04 giugno 2009

Una bella sorpresa ed una conferma.


Nei giorni scorsi volendo approfondire il discorso su Giacomo Matteotti, ci si è procurati il volume: Il delitto Matteotti. Storia e memoria. (Lacaita Editore, 2004) del prof. Stefano Caretti, docente di storia contemporanea all'Università di Siena, nonchè Presidente dell'Associazione nazionale "Sandro Pertini" e Vicepresidente della Fondazione di Studi Storici "Filippo Turati".
A pag. 71 è riportata l'illustrazione che riproduciamo qui sopra (cliccare sull'immagine per ingrandirla). E' il telegramma del 2 novembre 1924 con il quale il Prefetto di Alessandria, Giuseppe Regard, comunica al suo "superiore Ministero" che nella mattina di tale giorno "nel Cimitero di Alessandria vennero sequestrati una lapide mobile con la scritta "Al martire Matteotti Giacomo il proletariato alessandrino riconoscente e memore pose" nonchè una fotografia dell'on. Matteotti con nastro riosso. Le indagini praticate per identificare le persone che portarono, certo durante la decorsa notte, detti oggetti al Cimitero sono finora riuscite vane."
Questo documento qui da noi è veramente inedito.
E' la "prova provata" che quanto affermato nell'epigrafe della lapide posta nel 1949 (v. sotto: cliccare sull'immagine per ingrandirla) non era solo tradizione orale ma esattamente la verità.
Le stesse parole scritte in quel 1949 rieccheggiano quasi con precisione quelle di 25 anni prima (a meno di cinque mesi dall'uccisione).
La stessa cosa era successa il giorno prima (1° novembre 1924) al Cimitero di Valmadonna: il nastro, il nastro rosso era lungo - come scrive il Prefetto Regard - tre metri.....